Si è sempre in tempo per avere un'infanzia felice (B.H.)
Siamo legati ai sintomi, di ogni genere. Su quelli interveniamo. Con l'aspirina così come con una terapia psicologica che ci faccia tornare nello stato pre-sintomatico di benessere, almeno sino al prossimo sintomo. Tutto bene, per carità. Eppure c'è la possibilità di accrescere la consapevolezza del sintomo, scoprire ad esempio che abbiamo bisogno di togliere tossine, si dice de-tossinarsi, tossine organiche e psicologiche che non ci permettono di avere una visione limpida ed un corpo in salute. Si tratta di una scelta, certo, si sceglie ciò che si vuole fare della propria vita. Se trascorrerla soccorrendo continuamente il nostro corpo (tra mal di testa, dolori di stomaco, i più semplici ma anche i più frequenti) e la nostra psiche (depressione, la più frequente), mediante interventi da dosare al momento, oppure smaltire le scorie tossiche fatte di materia e di spirito. Come? Per esempio, iniziando a modificare il proprio stile di vita. Non è facile e a volte neanche possibile mi direte voi. Ma sarà proprio così? Ciò che nessuno ci dice è che siamo potenzialmente in grado di accogliere ogni esperienza che ci faccia star bene, pur tenendo conto delle altre, quelle che ci fanno star male. La visione dell'intero ci aiuta ad osservare per poi portare all'unità che è il nostro centro energetico, l'equilibrio di cui spesso si parla. Prima bisogna però risvegliare l'energia. E qui, scusatemi, non mi riferisco soltanto alla formula energia uguale a materia al quadrato, cioè non è solo un fatto di materia, ma di materia intrisa di spirito. Il confine del possibile si amplia man mano che si sperimenta il mondo. Ciò però non porta ad un rigonfiamento dell'ego si sa che non tutto ci è possibile, soltanto ciò che ogni momento della nostra vita si pone alla nostra presenza e ci costringe a scegliere.
Senza disturbare il passato, iniziamo a guardare ciò che ci arriva nel presente, assieme alle nostre decisioni, anche le più piccole. Ogni decisione è un'esperienza, del si o del no, oppure del non so magari protratto. Sono scelte mai senza conseguenze.
A volte ci si sente pietrificati, immobili, impossibilitati a modificare qualcosa della propria vita, nonostante le migliori intenzioni.
Siamo desensibilizzati. Abbiamo una corazza che non ci permette di muoverci. A volte siamo bloccati. Da questa sensazione possiamo partire per aprire un piccolo varco, magari con un movimento del tutto diverso da ciò che facciamo abitualmente.
Qui il Qigong ci può aiutare. Abbiamo per esempio la convinzione che la nostra energia sia molto lenta e quindi cerchiamo attività che ce la facciano aumentare. La paura è di perderla completamente ma la perdita completa sarebbe la morte e ciò non può accadere, mentre può essere utile provare a stare in ciò di cui abbiamo paura, rompendo una consuetudine di pensiero con un'attività del tutto diversa da ciò che solitamente cerchiamo. Si tratta di rompere ogni tanto i circoli viziosi.
In alcuni casi ci aiuta la fantasia che riduce la paura e sostiene nel cambiamento, tanto più quando la si piò rendere concreta, anche se solo in un movimento simbolico.
Tutto ciò ha però un nome, si chiama CONSAPEVOLEZZA.
Ma cosa significa alla fine consapevolezza? Forse totale attenzione? Stare nella propria esperienza del presente in modo talmente chiaro ed intenso al punto da poter descrivere ciò che accade secondo per secondo? Direi di si. Quando si è consapevoli lo sguardo non si dirige altrove. Cosa non affatto facile!
La maggior parte delle persone non riesce. Essere presenti completamente richiede un'attenzione particolare, senza riferimenti al passato o al futuro. Se per esempio vivo il mio presente pensando al futuro in maniera catastrofica sono fuori da ciò che sto realmente vivendo e finisco per influenzare il mio presente che è passato di domani e futuro di ieri, rendendo il mio futuro davvero catastrofico. Non so se avete mai sentito parlare della profezia che si auto avvera. Sono i classici circoli viziosi.
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